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La dieta regola l'umore. E non solo


Grecia classica: Erodoto annotava che i popoli "carnivori" erano più bellicosi di quelli "vegetariani". Fine Ottocento, Austria: Rudolf Steiner, padre dell'antroposofia, sosteneva che i cibi nutrono fisico e spirito. Per non parlare dell'Oriente - India, Cina - con culture millenarie che legano i vari alimenti a sapori, nature, "caratteri", e li ritiene capaci di influire sia sul benessere fisico, sia psichico.



Al di là delle escursioni storiche, culturali e geografiche, il principio cibo-emozioni-psiche è empiricamente ben noto a tutti perché, in generale, mangiare è un'esperienza multisensoriale, che sfrutta principalmente il canale del gusto, ma anche dell'olfatto e della vista.



Perché cibarsi è un istinto vitale - di sopravvivenza - e come tale alberga e agita la parte più profonda, primordiale della psiche. E che il cibo abbia un effetto consolatorio lo sappiamo tutti: colma vuoti affettivi che hanno radici nella primissima infanzia, tampona le frustrazioni professionali che minacciano l'autostima. Ma non di soli coinvolgimenti emotivi legati a stimoli sensoriali, o a vissuti evolutivi (eventuali traumi durante la fase orale...): nel legame tra cibi, emozioni e, per estensione, carattere, c'entrano anche la chimica e la biochimica cerebrale, come hanno evidenziato le tante ricerche scientifiche effettuate negli ultimi anni.



"Merito di sostanze che partecipano alla sintesi dei neurotrasmettitori, come acetilcolina, noradrenalina, dopamina, serotonina, L-glutamato, GABA (acido gamma-aminobutirrico), contenuti in alimenti molto comuni: pesce, carni bianche e rosse, fegato, uova, latte, legumi e parecchi ortaggi", spiega Benvenuto Cestaro, che dirige la Scuola di Specializzazione in Scienza dell'Alimentazione dell'Università di Milano.



Più noto, anche per esperienza diretta, l'effetto delle sostanze nervine, come la caffeina, contenuta nel caffè e nel tè (teina), ma anche in cioccolato e cola, che agiscono a livello cerebrale innalzando le capacità d'attenzione e vigilanza. Indiretta, tuttavia importante, l'azione di molte vitamine e minerali. Il cervello, infatti, utilizza le vitamine B3 (nicotinamide), B6 (piridossina) e l'acido ascorbico (vitamina C) per la sintesi di noradrenalina, neurotrasmettitore con funzione essenzialmente eccitatoria, e di dopamina, che a sua volta modula la produzione di endorfine, "regolatrici" del senso del dolore e del piacere.



"La vitamina B6 è indispensabile per convertire l'aminoacido L-triptofano in serotonina, neurotrasmettitore che favorisce il relax e il sonno ed eleva il tono dell'umore. Anche l'acido folico, unitamente alla vitamina B12 e ad alcuni minerali, in particolare rame, ferro e zinco, è essenziale per la sintesi di molti neurotrasmettitori e neuromodulatori", aggiunge Alessandro Pinto, ricercatore all'Istituto di Scienze dell'Alimentazione dell'Università "La Sapienza" di Roma. È necessario, dunque, ribadire l'importanza di frutta, verdura ed ortaggi, in altre parole la miglior fonte di minerali e vitamine, soprattutto antiossidanti.



"La rotazione a tavola dei tanti tipi di frutta e verdura, distinti dai diversi colori, assicura un completo rifornimento di sostanze antiossidanti", appunta Cestaro. Mirare l'alimentazione, dunque, può rivelarsi utile per influire positivamente anche sulla chimica cerebrale e indirettamente su alcune sfumature psicologico-comportamentali. Il tutto, naturalmente, senza eccessi e nell'ambito di una dieta moderata, equilibrata e completa di tutti i nutrienti ed extranutrienti necessari all'organismo.



"Diete eccessivamente ipocaloriche e/o troppo monotone privano l'organismo di sostanze fondamentali per il suo corretto funzionamento, fino a determinare vere e proprie patologie da carenza, verso le quali il sistema nervoso è particolarmente sensibile. Non dimentichiamo poi il ruolo edonistico proprio dell'alimentazione, indissolubilmente integrato con quello biologico, pena il rischio di incorrere in stati depressivi o disturbi su base ansiosa, che diete drastiche possono trasformare da latenti a conclamati", dice ancora Pinto.



Altra osservazione importante: se l'alimentazione è corretta, anche il contenuto di questi composti nei tessuti nervosi è in genere ottimale ed, inutile, pertanto, risulta l'assunzione di supplementi o l'irragionevole sbilanciamento della dieta in favore di questo o di quell'alimento. "Il tessuto nervoso è anatomicamente protetto da eccessive escursioni nella concentrazione di tali composti nel sangue, proprio per salvaguardarne la perfetta efficienza", sottolinea Pinto.



09/11/2005

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